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Cover
Copyright
Title Page
Contents
Acknowledgments
Introduction
Italian
Tema dell’ addio
I. Vedremo domenica
Contare i secondi, i vagoni dell’Eurostar, vederti
Milano era asfalto, asfalto liquefatto. Nel deserto
Non è più dato. Il pianto che si trasformava
Tutto era già in cammino. Da allora a qui. Tutto
Non c’era più tempo. La camera era entrata in una fiala
Nell’estate del tempo umano, nell’ultima estate
C’è stato un compleanno, all’inizio, certamente
In te si radunano tutte le morti, tutti
Il luogo era immobile, la parola scura. Era quello
Affogano le nazioni, crollano le torri, un caos
II. Scena muta
Ci teniamo vicini
L’essenza della carne ferita
Sotto i cavi sospesi
Dove ondeggiava il sangue, dove il perfetto
Un improwiso ci porta nel dolore
Un istante della terra
Eri l’ultima
Lungo una strada di Roserio
Noi che abbiamo conosciuto
III. Trovare la vena
Cresce l’ansia nei bicchieri
È follia di tutti, l’estate, traffico
Nessun gloria in excelsis, ma un groviglio
Poi ci fu l’esplorazione atterrita del tuo
Sei un lontano passo di danza
Un suono di ninna nanna chiama la morte
Potenza del minuto contato, culmine
I battiti carnali si stringono a una doccia
Come un fiore che non ha prodigio, come un passo
Toccandoti la fronte sentivi il mare
IV. Quel lontano di noi
Ci viene restituita una corsa a Villa Scheibler
C’è un’ora che raccoglie tutte le ore
Tra figure d’indugio e di ansia, siamo scesi
Nella stanza, nel modo esatto
Ma a volte, tornando, s’incontra l’ira dei morti
Nell’ora consacrata, nella chiarezza
Tavolta è stato attendere nel buio
Bruciava l’asfalto e tu eri sola
Sulla tua fronte restava un segno
Quell’ignoto che in pieno giorno
V. Hotel Artaud
Mi saluti, ti rimetti il reggiseno, senti
Noi qui, separati dai nostri gesti. Tu blocchi
Ti alzi e ti tuffi, vuoi inghiottire la vita
Negli estremi atti di forza, nelle labbra sensitive
Divina e distratta, sospinta da una lieve brezza
Ci siamo presi, volti affannati e circospetti
Quando su un volto desiderato si scorge il segno
VI. Visite serali
A te, amore, una semplice
Nella tua estrema voce
Camminavi con la coscienza del sangue
La miniera dell’ultimo vedersi, il nome
Sotto la camicetta verde c’era un vuoto
Nell’state spoglia, nella definitiva
Invochi il respiro, la giusta
Nell’invalicabile minuto tornano tutti
Ora si è spezzato l’ordine, ora
Il cancello si apriva, erano le undici
All’appello totale, all’appello
Quell’andarsene nel buio dei cortili
I. Alfabeto del momento
A volte, sull’orlo della notte, si rimane sospesi
Mi attendono nascosti. Talvolta
Era buio. Il centro di agosto era buio
Nessuno riposa. Il ragazzo
È qui, in un angolo della stanza, scocca
Vicina all’anima è la linea verticale
Ció che vedo mi fu consegnato
Oscillano le lettere sul quaderno
I muri sono il luogo di un racconto minore
Passioni del vento
È entrato qui
Ho saputo, amica mia
Ecco l’acrobata della notte, il corpo
II. Finale d’assedio
L’inizio è stato questo, tra le rovine
L’amore era silenzioso come una congiura
La notte esce dalle mani
È tardi
Rintocca il motivo del grande risveglio
Il fermaglio è ancora qui
Così ritornano e sentono
Non ho saputo capire
Ma poi quell’ansia ostruita
L’infinito appare nel poco
È così. La memoria
III. Un’oscura sete
Non rispondono all’appello, sono
Anzi, è sempre più vicina
Per nascere occorre un ritorno
Torna antica la parola
Giungono, stanno giungendo. Sono brandelli
Transita nelle case popolari
Abbiamo scritto per un mandato
Si spalancò la porta furente, uscì
Nostre amate sillabe
IV. Sei perduto
Chi parla nella sera? Chi preme
Strada dei tormenti, l’amore insiste
Fermalo. Il portone sta fuggendo. Devi
Non andare. Ora che la notte
La luce parlava. Sulla tua fronte
Ora ti conosci
Cosa hai chiesto? Qualcosa
Sotto i nostri cappotti
Tu dov’eri? Ti aspettavo
V. Canzoncine
Scala F
Via Selvanesco
Via Selvanesco, ancora . . .
Puntaspilli
Punteggio
Inchiostro nero
Cum più ablativo
19 marzo
Voci
I. Ci frastorna questa furia di voci, foglie
II. . . . allora mi chiamò un drappello
III. “l’invisible assedia il computer
IV. nel buio senza notte
V. si spezza il tempo, si oscura
VI. insegnatemi il cammino, voi che siete
English
Theme of Farewell
I. We Will See Sunday
Keeping track of the seconds, the Eurostar’s passenger coaches, to see you
Milan was asphalt, liquid asphalt. In the desert
Nothing more can be done. The crying that turned
Everything was already on its way. From there to here. All
There was no more time. The room was poured into a phial
In the summer of human time, in the last summer
There was a birthday, at the start, without a doubt
In you all deaths gather, all
The place was motionless, the word obscure. That was
The nations drown, the towers collapse, a chaos
II. Dumb Show
We keep close
The essence of wounded flesh
Under the suspension cables
Where the blood rippled, where our perfect
Something unexpected carries us into the sorrow
An instant of the earth
You were the last
Along a road in Roserio
We who have known
III. To Find the Vein
The anxiety in the drinking glasses grows
It’s everybody’s crack-up, the summer, the construction sites’
No gloria in excelsis, but a nervous
Then there was the terrified exploration of your
You are a distant dancing step
The lullaby’s music calls to death
Power of the counted minute, height
The body’s pulses draw nearer to a shower
Like a flower without wonder, like a step
By feeling your forehead, you used to hear the sea
IV. That Distance of Ours
A dash to Villa Scheibler is restored to us
There’s an hour that gathers all the hours
Among figures of delay and anxiety, we went down
Inside the room, inside that exact way
But sometimes, in turning back, one meets with the anger of the dead
We were within the consecrated hour
Sometimes it was waiting in the dark
The asphalt burned and you were alone
On your forehead a sign of the night
That unknown taking us away
V. Hotel Artaud
You greet me, you put your bra back on, you feel
Here we stand, separated by our gestures. You block
You stand up and dive, you want to swallow life
In the final feats of strength, in the tender lips
Divine and absent-minded, carried along by a soft breeze
We took one another down, breathless and circumspect faces
When on a beloved face you catch a glimpse of the sign
VI. Evening Visits
For you, my love, a simple
In your last voice
You walked along conscious of blood
The mine of the final meeting, the name
Under the green blouse there was an emptiness
In the bare summer, in the definitive one
You summon the breath, the best
In the impassable minute return all
Now the order has broken down, now
The gate opened, it was eleven
At the total roll call, the roll call
That Wandering in the Darkness of Courtyards
I. Alphabet of the Moment
At times, on night’s brim, you stay suspended
Hidden, they wait for me. Sometimes
It was dark. August was dark at its center
No one rests. The boy
It’s here, in a corner of the room, her arrow
The vertical line is next to the soul
What I see was consigned to me
Letters waver in the notebook
The walls are the location of a minor story
The wind’s passions
It came in here
I found out, my friend
Here is night’s acrobat, the body
II. The Siege’s Ending
This is how it started, between the ruins
Love was silent as a conspiracy
Night leaves the hands
It’s late
The motif of the great awakening tolls
The barrette is still here
Thus they return and feel
I couldn’t get it
But then that blocked anxiety
The infinite appears in the little
That’s how it is. The memory
III. A Dark Thirst
They don’t respond to the roll call, they are
In fact, it is always nearer
To be born requires a return
The word grows old
They come, they are coming. They are shreds
In transit between the housing projects
We wrote for a mandate
The furious door opened wide, the platoon
Our beloved syllables
IV. You Are Lost
Who speaks in the evening? Who still buzzes
Street of torments, love insists
Stop it. The front door is running away. You must
Don’t go. Now that the night
The light spoke. On your forehead
Now you know yourself
What did you ask? Something
Beneath our coats
Where were you? I was waiting for you
V. Little Songs
Stairway F
Selvanesco Street
Selvanesco Street, Again . . .
Pincushion
Score
Black Ink
Cum + Ablative
March 19
Voices
I. We are deafened by this fury of voices, leaves
II. . . . and then a squad of lonely souls
III. “the invisible lays siege to the computer
IV. in the darkness without night
V. time snaps, darkens
VI. teach me the path, you who have
Notes
Selected Bibliography
Index of First Lines and Titles
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